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Oratorio di San Teodoro e Sant'Antonio Abate (Sec. XV)

Scheda

Nome Descrizione
Indirizzo Località La Rotta
Pubblicazioni ASND, Atti di visita, Dormelletto, dal 1595 (vescovo C. Bascapè) al 1821 (vescovo G. Morozzo)

a cura di Giovanni Di Bella


Molto importante si ricela una citazione relativa alla presenza nella "Villula, ubi dicitur la rotta" di un oratorio di San Teodoro nel 1588. Preziose informazioni se ne ricavano dagli Atti di Visita e dagli Ordini dati dai vescovi a partire dal Bascapè (1995) fino al cardinale Morozzo (1821).
Si sa così che nella seconda metà del Cinquecento, per disposizione testamentarioa di un certo Thoma de Bochetis, il curato di Dormelletto, vi celebrava la messa una volta alla settimana e che l'oratorio aveva al suo interno un solo altare dotato di tutti gli arredi e ornamenti sacri prescritti (due candelabri, croce di legno, ecc.).
Nel giorno della festa di San Teodoro, sempre per volontà del testatore, ai poveri di Dormelletto veniva distribuita una determinata quantità di pane.
Questo oratorio, fornito di vaso per l'acqua benedetta e atto a contenere gli abitanti della piccola località (nel 1629 vi risiedevano 12 famiglie), si trovava in posizione piuttosto isolata pertanto, "per il pericolo di ladri", le suppelletteli sacre venivano custodite presso l'abitazione di privati.
La chiesetta mantenne, almeno fino alla metà del XIX secolo, le stesse dimensioni: lunghezza braccia 10 ( 6 mt. circa), larghezza braccia 7 (appena più di 4 mt.), altezza braccia 8 (cioà meno di 5 mt.); una piccola campana era posta su due pilastrini sul lato destro della facciata.
Al'linterno, dietro l'altare, era dipinta sul muro l'immagine della Beata Maria Vergine insieme a quelle di San Teodoro e Sant'Antonio. Giù dopo la metà del Seicento non vi si celebrava più la messa ogni settimana ma "solo qualche volta".
Una abbondante nevicata (1660), le frequenti piogge e la stessa posizione (si trovava ben al di sotto del livello della strada; vi si accedeva infatti scendendo 7 scalini!) l'avevano resa quasi inagibile.
Alla fine del secolo XVII nell'oratorio vennero però intrapresi lavori per ripristinarne l'uso: fu spianato il terreno davanti alla porta, alla finestra venne posta "l'impannata di tela incerata et la ferrata", si rifece il pavimento, si ripararono infine le fessure sull'unica navata.
Nel 1698 vi si celebrava nuovamente la messa e vi si riunirono gli "habitanti di questo luogo a recitar verso sera il Rosario".
La doppia titolazione ai due Santi, Teodoro e Antonio Abate, e talvolta solo a quest'ultimo, si riscontra a partire proprio dalla fine del secolo XVII.
Alla metà del Settecento si manteneva ancora la tradizione di celebrare la messa nel giorno della festa di San Teodoro ma, ed è questa la novità più rilevante, i diritti di proprietà sull'oratorio erano passati alle reverende suore della Visitazione di Arona.
Nel 1821 l'oratorio era "mantenuto quanto alla fabbrica e suppellettili dal Venerando Monastero della Visitazione di Arona e quanto alla cera e funzioni dai massari della Rotta".
Il 17 gennaio, dopo la messa cantata in onore di Sant'Antonio Abate fuori dell'oratorio venivano benedetti gli armenti: il 7 febbraio, giorno della festa di San Teodoro martire, al termine della messa, anche in questa occasione cantata, si dava il bacio alla reliquia del Santo.
Purtroppo, a distanza di quattro secoli, l'antico oratorio è pressochè irriconoscibile, inglobato fra due rustici e ristrutturato, si identifica con l'immobile sito al n.2 di via amalfi dove, a testimoniare la sua antica e sacra destinazione, sono rimaste sulla facciata tracce di un affresco ormai illeggibile ma soprattutto la porta e le due finestrelle ai suoi lati.

Tratto da:
"Percorsi, Storia e Documenti Artistici del Novarese
Dormelletto - Volume 19"
Provincia di Novara 2005

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